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Marco Causi

Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.

La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
 



31/03/2013 M.Causi
Veltroni vs Alemanno. Fortuna? No, buona amministrazione ed etica della responsabilità

Lettera di Marco Causi che commenta l´intervista de "Il Fatto" ad Alemanno

Nell´intervista a "Il Fatto" di ieri il Sindaco di Roma ricorda che l´inchiesta penale sui contratti di swap sui tassi d´interesse (i cosiddetti derivati) stipulati dal Comune quando chi scrive queste righe ne ricopriva la responsabilità sulla gestione del bilancio è stata archiviata dalla Procura di Roma. E ne trae un giudizio politico abbastanza sorprendente: noi, la giunta Veltroni, saremmo "fortunati", mentre lui e la sua gestione degli ultimi cinque anni sarebbe invece "sfortunata". Non è mia abitudine commentare in sede pubblica il lavoro della magistratura, nei cui confronti nutro rispetto e fiducia, e infatti sono stato zitto per mesi sulla questione dei derivati del Comune di Roma. Ma non posso fare a meno di rammentare che, per le vicende a cui Alemanno fa cenno, le sue da un lato e la questione dei derivati della giunta precedente dall´altro, la categoria della "fortuna" non c´entra davvero nulla, piuttosto qui parliamo di correttezza amministrativa e di moralità pubblica.
 
Quando un Comune finanzia i propri investimenti emettendo titoli a tasso fisso (come i BTP dello Stato) è obbligatorio per legge (ripeto e sottolineo: obbligatorio per legge) dotarsi di una copertura assicurativa sulle oscillazioni dei tassi tramite contratti derivati di swap. Qualsiasi famiglia che contrae un mutuo per comprare la casa conosce questo problema: se il mutuo è a tasso variabile la rata può nel tempo scendere o salire, se è a tasso fisso la rata resta costante, ma se nel corso degli anni i tassi di interesse di mercato si riducono, allora chi ha fatto un contratto a tasso fisso continua a pagare troppo. Quei contratti, quindi, furono stipulati per obbligo di legge quando il Comune emise un prestito obbligazionario a tasso fisso per finanziare gli investimenti (e soprattutto i cantieri delle metropolitane). Furono scritti seguendo riga per riga le procedure e modalità che il Ministero dell´economia adotta per gli swap sul debito pubblico statale (che ammontano a più di 300 miliardi). Su quei contratti il Comune ha guadagnato, e forse guadagnerebbe ancora se non fossero stati chiusi alla fine del 2011 dalla gestione commissariale (che peraltro li ha rescissi nel momento peggiore della crisi finanziaria italiana, smobilizzando il fondo di ammortamento proprio quando il valore di mercato dei titoli pubblici italiani stava al minimo). Non è, poi, emerso su quei contratti nessun elemento avente rilevanza in sede penale, diversamente da quanto accaduto in altre amministrazioni pubbliche. Nessuna sudditanza con le banche, nessuna incapacità amministrativa, meno che mai cointeressenze.

Si tratta di fortuna? No, caro Alemanno, si tratta di buona amministrazione della cosa pubblica, basata sulla separazione fra indirizzo politico e autonomia gestionale degli uffici; si tratta di elevate professionalità, che tu hai pensato bene di licenziare non appena entrato in Campidoglio; e si tratta di etica, in primo luogo etica della responsabilità: di fronte ai problemi (enormi) del governo di una città complessa come Roma, noi non abbiamo mai pensato di ridurre il nostro peso scaricandolo su chi ci aveva preceduto.

Marco Causi
 

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