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Marco Causi

Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.

La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
 



03/12/2009 M.Causi
Alle regionali per vincere. Ma per fare cosa?
Da settimane i giornali sono pieni di informazioni sulle possibili candidature dei diversi schieramenti politici alle regionali della prossima primavera. Poco mi importa del centro-destra e delle sue dinamiche. Nel mio schieramento e nel mio partito, però, non posso non notare una particolare distonìa fra il tempo e le risorse che i gruppi dirigenti nazionali e locali stanno investendo sulla questione delle candidature, delle alleanze, insomma degli assetti, e quello viceversa impiegato a predisporre idee e progetti per i governi regionali. Alle regionali il PD deve fare di tutto per vincere: d´accordo. Ma un ingrediente essenziale della possibilità di vincere è di proporre ai cittadini e agli elettori alcune idee di governo della cosa pubblica, anche partendo dalle esperienze esistenti (nel 2005 il centrosinistra si aggiudicò la maggior parte delle Regioni), dai successi registrati e dagli errori compiuti.
Dopo la riforma costituzionale del 2001 e dopo l´approvazione della legge 42 sul federalismo fiscale, il livello regionale di governo è importante quanto quello statale, e anzi in tanti settori di diretto impatto con la vita quotidiana dei cittadini e delle imprese italiane lo è anche di più. Il contenuto specifico delle piattaforme elettorali dovrà essere elaborato nei diversi ambiti regionali, per aderire a priorità che possono variare fra i territori. E però a me non sembrerebbe sbagliato costruire un minimo comun denominatore delle piattaforme regionali, in modo che in una campagna che avrà ampi contenuti politici, e non solo amministrativi, il PD si caratterizzi con alcuni messaggi di tipo "nazionale": primo, che il PD, a differenza di altri, si fa carico di tenere unito il paese e segue la medesima ispirazione di valori e di obiettivi politici a Torino come a Reggio Calabria; secondo, che i nostri futuri amministratori regionali lavoreranno in rete e di concerto fra di loro per portare a soluzione problemi che, se pure di competenza di ciascun singolo ente regionale, sono simili in tutta Italia, o in parte di essa, e chiedono quindi risposte comuni. Secondo una vera e moderna logica federale, che abbia alla base la cooperazione fra le Regioni e fra lo Stato e le Regioni, e non il conflitto permanente o l´egoismo dell´"ognuno fa da sé".
Ecco una proposta di quindici possibili impegni che potrebbero diventare una "base comune" dei programmi dei democratici nelle prossime elezioni regionali: 1) introdurre nella sanità i "costi standard". In base alle conoscenze esistenti, con i costi standard potranno emergere consistenti risparmi in quasi tutte le Regioni (le uniche oggi in equilibrio sono Toscana e Liguria), da utilizzare a seconda dei casi per ridurre la pressione fiscale, ovvero per aumentare il livello delle prestazioni nei settori sotto standard, a partire dall´assistenza, dalla non autosufficienza e dai servizi di fascia materno-infantile; 2) armonizzare i bilanci regionali e renderli trasparenti, introducendo la rendicontazione sociale sui risultati ottenuti; 3) frenare l´espansione dei costi degli apparati di auto amministrazione, sia politici che tecnici. Autoregolamentare il costo delle assemblee elettive (che non superi, parametricamente, quello della Camera nazionale). Ridurre il numero di società pubbliche utilizzate per l´esercizio di funzioni dirette e assoggettarle a nuovi criteri di trasparenza e di rendicontazione, oltre che a maggiori controlli da parte degli enti; 4) difendere ed estendere il merito e la valutazione della professionalità nell´accesso all´impiego pubblico, a partire dalle posizioni dirigenziali negli enti e nelle società partecipate.
E poi: 5) mettere in cima all´agenda politica e amministrativa la difesa della legalità e il contrasto ad ogni forma di criminalità, dal sostegno alle iniziative antiracket e antiusura, fino all´aiuto alle amministrazioni più deboli con la costruzione di stazioni appaltanti terze e indipendenti; 6) impugnare di fronte alla Corte Costituzionale l´articolo 15 del decreto 135, difendendo il principio della libertà di scelta per le collettività locali in merito alle forme di organizzazione dei servizi pubblici locali, soprattutto nell´acqua. Contrastare le privatizzazioni delle aziende pubbliche locali, in particolare se effettuate a trattativa privata; 7) aprire una verifica globale con lo Stato e con Trenitalia sui trasporti metropolitani e regionali, che vanno migliorati in qualità del servizio e delle infrastrutture, anche anticipando l´attuazione di quanto previsto nella legge 42 sul federalismo fiscale; 8) varare le gare per l´affidamento del servizio di distribuzione del gas prima della scadenza del 2012; 9) spingere per la costituzione di un´Autorità di controllo nei settori dell´acqua, dell´ambiente e del trasporto pubblico locale, che abbia natura federale (e cioè in cui siano presenti lo Stato e le Regioni); 10) attuare una svolta nelle politiche urbanistiche in relazione all´emergenza casa, privilegiando gli interventi di densificazione e di abbattimento e ricostruzione e gli schemi di "housing sociale".
E infine: 11) tenere sotto controllo le spese correnti in modo da guadagnare spazio per gli investimenti, dando priorità a trasporto ecocompatibile, infrastrutture ambientali, contrasto al dissesto idrogeologico, sviluppo economico locale e contrasto alla crisi; 12) essere disponibili a perdere margini di sovranità regionale per cooperare ai progetti di carattere sovraregionale e nazionale; 13) chiedere il ripristino delle risorse per il Sud scippate negli ultimi due anni, ma essere disponibili a forti innovazioni nelle procedure di selezione e attuazione dei progetti, anche contribuendo alla costruzione di vere cabine di regia nazionali; 14) promuovere, e non solo accettare, procedure di affiancamento per gli enti in difficoltà, in modo da garantire la loro convergenza verso le migliori pratiche amministrative; 15) cedere a Province e Comuni, in base al criterio di adeguatezza, l´esercizio delle funzioni amministrative e occuparsi un po´ di più non solo della sanità, ma anche dei sistemi di finanza locale per l´offerta (a costi standard) dei servizi pubblici di prossimità.
Marco Causi
3 dicembre 2009
 

 
Le mie proposte ed emendamenti sulla Legge Finanziaria

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