La smetta Alemanno di auto-assolversi e di gettare fango su chi ha governato Roma prima di lui. Affronti finalmente le sue responsabilità.
Si domandi, e dica ai cittadini di Roma, che fine hanno fatto le regole messe in piedi dalla giunta precedente per allontanare la politica dalla gestione delle aziende pubbliche, a partire dal "Codice sulle assunzioni". Si domandi se le persone che ha nominato nei consigli di amministrazione siano all´altezza dal punto di vista della professionalità e della competenza, e non solo del rapporto fiduciario con il Sindaco. Da quanto sta emergendo, non sembrerebbe proprio. Si domandi se è stata una buona scelta quella di depotenziare il Dipartimento comunale specializzato nei controlli sulle aziende, di cui proprio Alemanno mandò a casa, appena arrivato, i dirigenti tecnici.
E infine, risponda Alemanno alla seguente domanda. Dato che duemila assunzioni, ad un costo del lavoro per l´azienda di 35 mila euro, fanno 70 milioni di euro, come ha potuto il Comune sobbarcarsi tale costo? Non era vero allora che il bilancio del Comune fosse così disastrato, se contemporaneamente ha potuto dare il via libera a piani così espansivi di aumento del personale. Alla luce delle ultime vicende, anche la polemica sul bilancio comunale si rivela propagandistica.
Alemanno farebbe bene a smetterla, una volta per tutte, con la propaganda. Perché le bugie hanno le gambe corte e Roma ha bisogno, per essere governata, di serietà, di responsabilità e di una classe dirigente all´altezza: proprio quello che, dopo due anni e mezzo, il centro-destra romano si è rivelato incapace di mettere in campo.