ATTO CAMERA
INTERPELLANZA 2/00192
Dati di presentazione dell´atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 72 del 27/10/2008
Firmatari
Primo firmatario:
CAUSI MARCOGruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/10/2008
Elenco dei co-firmatari dell´atto
Nominativo co-firmatario | Gruppo | Data firma |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
| PARTITO DEMOCRATICO | 27/10/2008 |
Destinatari
Ministero destinatario:
· PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
· MINISTERO DELL´ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 27/10/2008
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera
Interpellanza 2-00192
presentata da
MARCO CAUSI
lunedì 27 ottobre 2008, seduta n.072
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell´economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
l´articolo 78 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge 6 agosto 2008 n. 133, ha previsto la nomina di un Commissario straordinario del Governo, nella figura del Sindaco del Comune di Roma, «per la ricognizione della situazione economico-finanziaria del Comune e delle società da esso partecipate, con esclusione di quelle quotate nei mercati regolamentati, e per la predisposizione ed attuazione di un piano di rientro dall´indebitamento premesso»;
la proposta di piano di rientro è stata presentata dall´ufficio commissariale in data 30 settembre 2008, e il comma 4 del sopra citato articolo 78 prevede che il Governo debba approvarlo entro 30 giorni;
all´interno di tale proposta emergono numerose incongruenze, e in taluni casi evidenti errori di valutazione, volti complessivamente a far lievitare verso l´alto il presunto disavanzo da ripianare;
nonostante le incongruenze e gli errori di valutazione, e a maggior ragione al netto di questi, la proposta di piano di rientro rende ben chiaro, per firma stessa del Commissario del Governo, che la situazione finanziaria al 28 aprile 2008, del Comune di Roma è ben lontana dallo squilibrio che è stato denunciato a livello politico ed è ben lungi dall´essere paragonabile a quella di altri enti;
in altri enti, infatti, come ad esempio Catania, nei bilanci di competenza sono state scritte entrate straordinarie che, invece di essere vincolate fino al momento dell´effettiva realizzazione dell´incasso, sono state incautamente liberate per impegni di spesa e hanno creato veri e propri ammanchi nel momento in cui è risultato chiaro che le somme in entrata non si stavano concretizzando;
mentre al contrario la proposta di piano di rientro per il Comune di Roma si configura essenzialmente come una lunga lista di spese che cercano copertura, solo in parte però trattandosi di spese effettivamente impegnate alla data del 28 aprile, e in grande parte invece trattandosi di spese il cui obbligo non è maturato entro quella data, e che vengono quindi inserite impropriamente nello stesso piano di rientro;
in particolare, la proposta inserisce nella massa passiva una serie di voci di spesa i cui impegni giuridici non si erano concretizzati alla data del 28 aprile 2008, né lo sono alla data di oggi, ma potrebbero emergere in futuro, con un rilevante grado d´incertezza sull´an, sul quantum e sul profilo temporale di tali obblighi, come ad esempio i presunti oneri che potrebbero derivare da sentenze avverse connesse all´attuale contenzioso giudiziario, relativo soprattutto ad espropri, per un valore cifrato in 775,3 milioni;
lo stesso dicasi per presunti debiti fuori bilancio di ammontare pari a 892 milioni, la cui validità giuridica non è affatto dimostrata all´interno della proposta di piano di rientro in modo analitico, e cioè corredato dagli atti che la legge ritiene necessari per qualificare come «debito fuori bilancio» una somma che qualcuno chiede all´amministrazione, ma che l´amministrazione deve riconoscere sulla base di un´istruttoria svolta sotto la responsabilità del dirigente responsabile, di cui sia informata la Corte dei conti;
ciò vale per un´ampia gamma di presunti pagamenti richiesti da appaltatori di servizi del Comune;
e vale in particolare per gli espropri legati ai nuovi piani di zona di edilizia sociale, per i quali sono previsti adeguati finanziamenti attraverso la vendita degli alloggi sociali alle famiglie ivi residenti e l´utilizzo di contributi regionali, e di cui quindi non si comprende l´inserimento in un elenco di passività non coperte, a meno di non voler concludere che l´ufficio commissariale stia tentando di gettare sul passato ogni possibile passivo, liberando l´amministrazione ordinaria del Comune dall´onere di perseguire un´attenta e rigorosa politica delle entrate, riguardante, nel caso di specie, l´avvio delle vendite degli alloggi esistenti e l´accertamento dei contributi da parte di altri enti;
e vale anche per la regolazione delle posizioni di credito-debito fra il Comune e le società partecipate, senza che di tali importi (ovvero quanti dei sopra indicati 892 milioni) sia fornita separata evidenza, laddove la proposta di piano di rientro ammette che la riconciliazione fra tutte le diverse posizioni non è stata ancora completata e che «nei casi in cui l´attività di riconciliazione non sia stata portata a termine, all´interno di tale posta è stato inserito l´importo maggiore tra quello comunicato dalla società come credito e quello attestato dall´ente come debito» (pag. 19), dando così automaticamente ragione ad ogni pretesa avanzata dalle aziende che hanno in corso contratti di servizio con il Comune, e ancora, così facendo, impedendo di comprendere quanta parte di ciascuna posizione sia da ricondurre ad un vero e proprio debito fuori bilancio;
e vale altresì per i fabbisogni di ricapitalizzazione delle aziende partecipate, i quali non erano con tutta evidenza legati a obblighi giuridici maturati entro la data del 28 aprile 2008, essendo infatti i livelli di patrimonio netto residui ancora tali da non configurare obblighi di immediata ricapitalizzazione;
la proposta di piano di rientro inserisce nelle passività le spese di parte corrente maturate dall´ordinaria attività dell´amministrazione nel periodo intercorrente fra il primo gennaio e il 28 aprile del 2008, per un ammontare di 1.265,8 milioni, ma non inserisce le analoghe voci di entrata corrente che non siano state già incassate;
ciò sembra configurare un vero e proprio mostro giuridico-contabile, poiché l´amministrazione ordinaria del Comune, chiamata a far fronte alle spese correnti di soli otto mesi durante il 2008, manterrà quasi interamente la disponibilità delle risorse in entrata per l´intero anno, tenendo conto che la riscossione dell´acconto Ici avviene a giugno;
e al contrario la gestione commissariale verrà ad accollarsi, e a sua volta ad accollare allo Stato, le spese ordinarie dei primi quattro mesi dell´anno senza poter utilizzare la corrispondente quota parte delle entrate;
e ciò sembra in palese contrasto con l´articolo 162 del testo unico enti locali, nel quale è indicato che il totale delle entrate finanzia indistintamente il totale delle spese;
la proposta di piano di rientro inserisce nella massa passiva l´intero stock del debito comunale, cifrato in 6,98 miliardi, accumulatosi in trent´anni e aumentato negli ultimi sette anni meno che nei venti precedenti, e comunque meno del debito dell´intera pubblica amministrazione italiana;
e ciò nonostante che il valore per abitante del debito del Comune di Roma (2.532 euro) sia inferiore a quello di tanti Comuni italiani, fra cui il Comune di Milano, che presenta alla fine del 2007 un debito di 2.782 euro per abitante;
questa impostazione sembra ampiamente discutibile, poiché l´applicazione pedissequa che l´ufficio commissariale ha seguito nell´interpretare la norma porta ad una valutazione della massa passiva comprensiva di uno stock di indebitamento la cui valutazione andrebbe più correttamente riportata a criteri di sostenibilità finanziaria nel corso del tempo;
l´applicazione dello stesso criterio alla Repubblica Italiana comporterebbe il rientro dell´intero debito pubblico accumulato, mentre invece la valutazione di equilibrio della finanza pubblica avviene definendo l´avanzo primario necessario a garantire il servizio del debito in essere;
l´applicazione di un corretto criterio dovrebbe portare l´ufficio commissariale non già a chiedere allo Stato di accollarsi l´intero debito del Comune, quanto a definire il livello dell´avanzo primario (ovvero margine operativo netto) che il bilancio ordinario del Comune dovrà essere messo in condizione di raggiungere e di mantenere nei prossimi anni;
è su questa valutazione che andrebbe definito un apporto da parte dello Stato, finalizzato non tanto a ripianare il debito quanto a sostenere un equilibrio di bilancio al cui interno la sostenibilità del debito non comporti la contrazione dell´offerta di servizi e degli investimenti per la città Capitale della Repubblica;
si legge inoltre nella proposta di piano di rientro che «il debito del Comune nel corso degli ultimi anni è stato più volte ristrutturato ... Le varie ristrutturazioni hanno avuto come effetto un allungamento della vita media del debito e una diminuzione dell´incidenza annua degli oneri finanziari» (pag. 13) e che «la gestione commissariale ha ritenuto di non poter inserire nella massa passiva le somme relative alle aperture di credito già contrattualizzate non utilizzate alla data del 28 aprile 2008» (pag. 29), fornendo così su entrambe le questioni una valutazione che conferma quanto sostenuto dagli amministratori della precedente giunta comunale nei mesi passati, e in particolare nella relazione ufficialmente inviata dall´ex assessore al bilancio nel mese di luglio 2008 al Ragioniere Generale dello Stato, al Sindaco di Roma e al Presidente della sezione Regionale Autonomie della Corte dei conti;
la proposta di piano di rientro inserisce nella massa passiva il valore «mark to market» dei contratti derivati in essere, i quali derivano dall´obbligo di legge di copertura dal rischio di tasso per emittenti, come il Campidoglio, di titoli a lungo termine a tasso fisso, e anche tale scelta è da ritenersi del tutto immotivata, poiché implicherebbe la volontà di chiudere quei contratti, opzione che non sembra affatto conveniente nell´attuale congiuntura, e di cui comunque la proposta di piano non presenta una valutazione costi-benefici;
la proposta di piano di rientro tratta in modo indistinto voci di contabilità finanziaria e voci di contabilità economica, e in particolare afferma che «le ingenti anticipazioni effettuate in favore delle società partecipate (718,7 milioni) e non restituite, oltre a rappresentare una delle difficoltà determinanti delle difficoltà di cassa ... sono un sintomo delle problematiche finanziarie dell´aggregato di società di cui il Comune è azionista» (pagg. 13-14);
ma si dimentica però di riferire che tale problematica ha origine dai mancati versamenti, protrattisi per oltre due anni e mezzo, dei contributi dovuti dalla Regione Lazio per i servizi minimi del trasporto pubblico locale, il cui ammontare è stato stimato dalla Ragioneria Generale dello Stato, nella relazione di giugno 2008, in 765 milioni, e che quindi né il Comune né le aziende pubbliche, in particolare quelle del trasporto, possono essere ritenuti responsabili di tali difficoltà finanziarie, le quali sono state strumentalmente agitate in una scomposta campagna politica e giornalistica -:
se sia intenzione del Governo assumere senza contraddittorio la proposta di piano di rientro presentata dall´ufficio commissariale o se invece il Governo intenda procedere ad una valutazione attenta e rigorosa di tale proposta, così come ad esempio è avvenuto e avviene nel caso dei piani di rientro sanitari di alcune Regioni;
se sia intenzione del Governo sollecitare mediante apposite prescrizioni l´ufficio commissariale e di conseguenza l´amministrazione comunale ad avere una maggiore attenzione e cura nei confronti delle entrate, come ad esempio nel caso delle vendite degli alloggi sociali e degli accertamenti dei contributi regionali citati nelle premesse;
se sia intenzione del Governo sollecitare, mediante apposite prescrizioni l´ufficio commissariale e di conseguenza l´amministrazione comunale verso un contenimento delle proposte di incrementi di spesa, con particolare riferimento a quelle che con tutta evidenza risultano giuridicamente non obbligatorie alla data del 28 aprile 2008, di cui tanti esempi vengono citati nelle premesse;
se sia intenzione del Governo accettare l´impostazione proposta nel piano di rientro, in particolare la richiesta di ripianamento dell´intero stock del debito, pur essendo tale ammontare inferiore in termini relativi a quello di tanti altri Comuni italiani;
se il Governo al contrario non intenda prescrivere un piano del tutto diverso e trasparente, chiedendo all´ufficio commissariale e al Comune di Roma una proiezione nel tempo di quali siano gli equilibri fra le spese e le entrate comunali necessari per garantire i servizi essenziali e gli investimenti prioritari per la città Capitale della Repubblica, oltre che per assicurare la sostenibilità del debito, ancorando così a questa previsione strutturale l´apporto aggiuntivo di risorse di cui Roma ha bisogno, come il gruppo del Partito Democratico ha proposto in sede di conversione del decreto-legge n. 112 del 2008;
se il Governo, in conclusione, intenda, nell´ambito del piano di rientro, intervenire a sostegno di Roma chiedendo all´amministrazione commissariale, impegni cogenti e monitorabili in termini di servizi da fornire alla città e di investimenti da realizzare, all´interno di un progetto coerente per il futuro di Roma che oggi invece ad avviso degli interpellanti sembra del tutto assente, annegato dentro una richiesta di rimborso «a piè di lista» di una serie di voci tanto lunga quanto dubbia.
(2-00192)
Causi, Gasbarra, Argentin, Bachelet, Carella, Coscia, Gentiloni Silveri, Giachetti, Amici, Madia, Meta, Morassut, Pompili, Recchia, Rugghia, Tidei, Tocci.