Roma, 24 Aprile 2024  
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Marco Causi

Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.

La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
 



06/12/2008 La Repubblica
Roma, il Governo paga 9,6 miliardi
Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha approvato il piano di rientro dal debito del Comune di Roma, presentato al governo dal sindaco Gianni Alemanno nella sue veste di commissario straordinario. Autorizzato, proprio dal decreto del premier firmato ieri sera, ad adottare «tutti i provvedimenti necessari ed opportuni per l´ attuazione e la gestione del piano di rientro, procedendo alla liquidazione e al pagamento dei debiti», se possibile anche mediante transazione. Immediata l´ esultanza del primo cittadino. «Grazie a questa firma, il Comune evita il dissesto finanziario e gestisce, con l´ aiuto del governo, il debito di 9 miliardi e 600 milioni di euro ereditato dalla precedente amministrazione. è veramente un evento storico per Roma, che rimette i conti in ordine». Niente affatto scontato dopo le proteste di alcuni esponenti della Lega e del sindaco di Milano Letizia Moratti. «Possiamo dire - incalza Alemanno - che oggi rinasce il Campidoglio, con la prospettiva di diventare capitale d´ Italia grazie all´ emendamento sul quale si sta trovando un´ intesa istituzionale con la regione Lazio e la Provincia». Un percorso tutto in discesa, adesso, per il sindaco di Roma. E infatti «nei prossimi giorni, per ricondurre alla normalità la città», annuncia, «la giunta approverà l´ assestamento di bilancio per poi procedere all´ approvazione del bilancio 2009-2011 entro gennaio». Una decisione che archivia mesi di polemiche anche violente sul presunto "buco di bilancio" lasciato in eredità da Veltroni. Addebito bollato come «un bluff» dall´ ex assessore al Bilancio Marco Causi e dall´ intero Pd capitolino, che hanno sempre negato che i conti del Campidoglio fossero sull´ orlo del dissesto. Uno scambio di accuse incrociate fra centrodestra e centrosinistra che aveva creato non poche tensioni anche a livello nazionale. Con Alemanno che aveva più volte denunciato come, negli anni passati, il Comune di Roma avesse tenuto «un tenore di vita superiore alle proprie possibilità». Era stato sempre il governo, prima dell´ estate, a varare una norma ad hoc, l´ articolo 78 del decreto legge 112, per separare il bilancio in due parti, prima e dopo la data di elezione di Alemanno, accollando tutti i debiti pregressi a una sorta di bad company, da risanare con i soldi dello Stato. A patto che fosse appunto elaborato un piano di rientro, da sottoporre al vaglio di palazzo Chigi, per ottenere il finanziamento permanente. Cosa che è avvenuta ieri sera. Un piano che, elaborato dall´ assessore al Bilancio Ezio Castiglione, prevede una massiccia riorganizzazione della spesa, finalizzata al suo contenimento. Risparmi da ottenere attraverso la creazione di una centrale unica degli acquisti; la razionalizzazione dei costi a partire da quelli per il personale con il blocco del turn-over, dell´ assunzione dei precari, delle consulenze non funzionali; il coinvolgimento dei privati nel finanziamento degli investimenti; la valorizzazione del patrimonio immobiliare; il dimezzamento delle società comunali. Oltre al potenziamento della lotta all´ evasione fiscale. Una firma, quella di ieri sera, che consentirà alla giunta capitolina di entrare, dopo quella della gestione commissariale, nella «fase due» ovvero quella centrata «sul risanamento e lo sviluppo» di Roma. - (gio.vi.) Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha approvato il piano di rientro dal debito del Comune di Roma, presentato al governo dal sindaco Gianni Alemanno nella sue veste di commissario straordinario. Autorizzato, proprio dal decreto del premier firmato ieri sera, ad adottare «tutti i provvedimenti necessari ed opportuni per l´ attuazione e la gestione del piano di rientro, procedendo alla liquidazione e al pagamento dei debiti», se possibile anche mediante transazione. Immediata l´ esultanza del primo cittadino. «Grazie a questa firma, il Comune evita il dissesto finanziario e gestisce, con l´ aiuto del governo, il debito di 9 miliardi e 600 milioni di euro ereditato dalla precedente amministrazione. è veramente un evento storico per Roma, che rimette i conti in ordine». Niente affatto scontato dopo le proteste di alcuni esponenti della Lega e del sindaco di Milano Letizia Moratti. «Possiamo dire - incalza Alemanno - che oggi rinasce il Campidoglio, con la prospettiva di diventare capitale d´ Italia grazie all´ emendamento sul quale si sta trovando un´ intesa istituzionale con la regione Lazio e la Provincia». Un percorso tutto in discesa, adesso, per il sindaco di Roma. E infatti «nei prossimi giorni, per ricondurre alla normalità la città», annuncia, «la giunta approverà l´ assestamento di bilancio per poi procedere all´ approvazione del bilancio 2009-2011 entro gennaio». Una decisione che archivia mesi di polemiche anche violente sul presunto "buco di bilancio" lasciato in eredità da Veltroni. Addebito bollato come «un bluff» dall´ ex assessore al Bilancio Marco Causi e dall´ intero Pd capitolino, che hanno sempre negato che i conti del Campidoglio fossero sull´ orlo del dissesto. Uno scambio di accuse incrociate fra centrodestra e centrosinistra che aveva creato non poche tensioni anche a livello nazionale. Con Alemanno che aveva più volte denunciato come, negli anni passati, il Comune di Roma avesse tenuto «un tenore di vita superiore alle proprie possibilità». Era stato sempre il governo, prima dell´ estate, a varare una norma ad hoc, l´ articolo 78 del decreto legge 112, per separare il bilancio in due parti, prima e dopo la data di elezione di Alemanno, accollando tutti i debiti pregressi a una sorta di bad company, da risanare con i soldi dello Stato. A patto che fosse appunto elaborato un piano di rientro, da sottoporre al vaglio di palazzo Chigi, per ottenere il finanziamento permanente. Cosa che è avvenuta ieri sera. Un piano che, elaborato dall´ assessore al Bilancio Ezio Castiglione, prevede una massiccia riorganizzazione della spesa, finalizzata al suo contenimento. Risparmi da ottenere attraverso la creazione di una centrale unica degli acquisti; la razionalizzazione dei costi a partire da quelli per il personale con il blocco del turn-over, dell´ assunzione dei precari, delle consulenze non funzionali; il coinvolgimento dei privati nel finanziamento degli investimenti; la valorizzazione del patrimonio immobiliare; il dimezzamento delle società comunali. Oltre al potenziamento della lotta all´ evasione fiscale. Una firma, quella di ieri sera, che consentirà alla giunta capitolina di entrare, dopo quella della gestione commissariale, nella «fase due» ovvero quella centrata «sul risanamento e lo sviluppo» di Roma. - (gio.vi.)
 

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