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Marco Causi

Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.

La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
 



23/02/2011 Il Messaggero
Causi: bugie dal sindaco.
ROMA - In un Palazzo dei Congressi blindato dalle forze dell´ordine, si sono aperti questa mattina gli Stati Generali della Città di Roma. I lavori, che dureranno due giorni, sono iniziati con la presentazione degli obiettivi del Piano Strategico di Sviluppo (Pss) per il futuro della Capitale da oggi al 2020, mentre all´esterno protestavano i sindaci dei municipi romani retti dal centrosinistra, esclusi dall´iniziativa, e diverse categorie di cittadini. I minisindaci sono stati identificati dai carabinieri.
La kermesse si è aperta con i saluti del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, presenti tra gli altri il presidente della Camera di commercio di Roma Giancarlo Cremonesi, il presidente della Uir Aurelio Regina, il presidente di Federlazio Maurizio Flammini e il presidente di Bnl Luigi Abete. Dopo l´introduzione di Paolo Glisenti del comitato di indirizzo e coordinamento del Piano di Sviluppo Strategico, un piano da 21,9 miliardi, il presidente del Consiglio nazionale dell´economia e del lavoro Antonio Marzano ha parlato di un piano strategico che punta «a migliorare la qualità della vita dei cittadini: decongestionare il traffico di Roma rendendola una città policentrica; fare di Roma una città dei saperi e della conoscenza, una città del tempo libero, dell´industria dell´intrattenimento, del cinema e del turismo. Una Roma competitiva e internazionale attenta al dialogo sociale».
Napolitano: Roma deve mantenere «ruolo e dignità» di una grande capitale internazionale, contraddistinta da una «straordinaria universalità culturale e religiosa», capace di affrontare le sfide della «coesione sociale, della sicurezza, dell´accoglienza» e della tutela di un «patrimonio storico e artistico unico al mondo». Così il Presidente della Repubblica nel messaggio letto da Gianni Alemanno. «I lavori che oggi si inaugurano - scrive - dovranno accomunare ai diversi livelli di responsabilità (politica, amministrativa e civile) tutti coloro che amano Roma e ne hanno a cuore le prospettive di sviluppo e, soprattutto, la capacità di mantenere il ruolo e la dignità di una grande capitale internazionale, contraddistinta da una straordinaria universalità culturale e religiosa. Si tratta di una sfida impegnativa e complessa che deve saper guardare anche alle antiche e nuove emergenze nei settori della coesione sociale, della sicurezza, dell´accoglienza, della mobilità e della tutela e conservazione di un patrimonio storico e artistico unico al mondo. Nella certezza che Roma, città colta e aperta, saprà raccogliere intorno al progetto della futura capitale il concorso delle migliori energie, qui autorevolmente rappresentate, formulo a tutti l´augurio più fervido di buon lavoro».
Letta: governo raccoglierà indicazioni di Roma. «Solo se sapremo esser uniti potremo disegnare un futuro che sia all´altezza dei tempi - ha detto Gianni Letta - Raccoglieremo le vostre indicazioni con la stessa partecipazione con la quale oggi vi auguriamo buon lavoro». Il sottosegretario ha esordito sottolineando che Silvio Berlusconi, che domani sarà presente, «ci teneva che ci fosse visivamente, concretamente, la vicinanza, la solidarietà, l´adesione piena e convinta del governo ai progetti che in queste due giornate discuterete davanti a un´assemblea così qualificata. Il discorso che si svilupperà nella due giorni di lavori riguarda il futuro della nostra città, della capitale, dell´Italia. Siamo in un momento in cui qualcosa alle porte di casa brucia e rischia di cambiare gli equilibri di alcune aree nel mondo e la presenza stessa dell´Italia e dell´Europa in quei luoghi. E allora il futuro di Roma e dell´Italia non sarà più quello che eravamo considerati a pensare e vede Roma ancora più impegnata a contribuire a disegnare quel futuro in un modo che sia all´altezza della sua storia».
I 225 progetti del Piano strategico di Sviluppo avranno un costo totale di 21,9 miliardi di euro. I progetti sono contenuti in 4 macrobiettivi e in 2 temi progettuali, ha detto Paolo Glisenti: Una «attenta architettura di governance reggerà il Piano strategico. Ogni progetto ha già la sua potenziale copertura economica e finanziaria identificata». Sia pubblica, con finanziamenti europei, nazionali, regionali, sia privata. Il costo totale sarà di 21,9 miliardi di euro. «Le risorse pubbliche già attivate - ha elencato Glisenti - sono 3,5 miliardi di euro; 240 milioni sono quelle private»i. Quanto alle risorse da attivare, «quelle pubbliche ammonteranno a 7,7 miliardi, quelle private a 10,4 miliardi».
Alemanno: a Roma «possiamo realizzare una crescita del Pil del 3% e spingere dello 0,28% il Pil nazionale. Realizzare 327mila posti di lavoro in dieci anni: più di 30mila posti di lavoro nuovi ogni anno». È l´obiettivo che il sindaco indica nel suo discorso introduttivo. «Il Piano strategico di sviluppo, tra progetti pilota e correlati, muove nel suo complesso 22 miliardi di investimenti - ha sottolineato il sindaco - Di questi quasi tre quarti possono venire da risorse europee e dai privati. E questo anche a prescindere dal progetto olimpico. Mentre la parte di volano pubblico necessaria, in un tempo di risorse pubbliche scarse come questo, è minima». Ma per queste ragioni «bisogna avere progetti concreti, finanziabili, con tempi certi, con cui si possa andare in giro per il mondo a dire: venite e investite a Roma».
«Era necessario metterci la faccia - ha detto Alemanno - garantire che Roma sta realmente cambiando e si sta trasformando. Oggi lanciamo il primo piano strategico di sviluppo della città, il primo in assoluto: piano che è progettazione economica e sociale prima di quella urbanistica. Due le trasformazioni essenziali, avvenute negli ultimi anni: il trasferimento degli oltre 12 miliardi di euro di debiti ereditati dal bilancio comunale a quello statale. La più grande opera di risanamento operato da un ente locale: senza di esso oggi saremmo in default finanziario. E poi la riforma di Roma Capitale, oggi ancora non completata, ma che da anni si attendeva».
«Nel 2010, anche se si tratta di stime, i dati indicano come Roma sia trainante nel Paese -, ha detto Alemanno - Già dal 2008 Roma cresce di più rispetto alla regione e al dato nazionale». Il sindaco ha concluso citando il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi: «Da Roma può partire un esempio per tutto il Paese e bisogna essere orgogliosi di essere cittadini romani».
«Se non ci sono grandi investimenti, poi mancano anche le risorse per fare la manutenzione stradale - risponde Alemanno a chi lo accusa di «non pensare alle buche», concentrandosi piuttosto sulle grandi opere. Nel suo intervento il sindaco ha indicato alcuni standard minimi, «diritti fondamentali di cittadinanza», che vanno dalla manutenzione stradale, per cui servono tra i 100 e i 200 milioni annui, alla pulizia (645 milioni annui), dal piano regolatore sociale (350 milioni annui) alle politiche educative (140 milioni l´anno), dal piano casa (4,2 miliardi) al piano emergenza traffico (1,7 miliardi) al piano nomadi (30 milioni) e al piano fogne (240 milioni). Di fronte a tutte le necessità della città, il Piano strategico di sviluppo, sottolinea il sindaco, può contribuire a mettere in moto gli investimenti (usando quelli statali come «volano» per attrarre quelli europei e privati).
«Le nuove metropolitane dovranno collegare le periferie tra loro e non solo con il centro, perchè non possiamo pensare che il centro storico sia tutta la città». È uno degli esempi della nuova Roma «policentrica» che Alemanno ha indicato. L´obiettivo è «un centro storico che tutela al massimo il suo valore e delle periferie che siano attrattive nel futuro», con centralità e «luoghi che valga la pena visitare». Alemanno ha parlato della necessità di «dare sostanza all´orgoglio di essere romani», facendo crescere la città nel solco dei valori della «romanità, intesa come Repubblica romana da cui nascono i valori della civiltà moderna» e quelli «del cattolicesimo». «La sensazione a Roma è che ci sia un grande passato, ingombrante, ma cui non corrisponde una cifra del futuro adeguata», ha sottolineato il sindaco. E ha aggiunto che il modello deve essere quello della «valorizzazione della persona», per evitare che la città segua il modello Babilonia.
«Mi voglio togliere un sassolino dalla scarpa - ha proseguito il sindaco - I dati della prefettura certificano che i reati a Roma continuano a calare. Da tre anni sono in calo: Roma deve fare di più sul fronte sicurezza, dobbiamo fare in modo che i casi gravi non avvengano più, ma Roma è una città sicura».
Causi: da Alemanno tre bugie. «Se è vero che stamani Alemanno ha dichiarato che 12 miliardi di debito pregresso del Comune di Roma sono stati trasferiti dal bilancio comunale a quello statale, allora il Sindaco è riuscito a dire contemporaneamente tre bugie - sostiene il deputato Pd Marco Causi, ex assessore al Bilancio del Comune di Roma - La prima bugia riguarda l´entità del famigerato squilibrio finanziario, visto che il decreto del ministero dell´Economia del 4 agosto 2010 certifica l´esistenza di 12,9 miliardi di debiti e di 5,6 miliardi di crediti. Il netto è quindi pari a 7,3 miliardi, una cifra non molto lontana da quella dello stock storico di debito iscritto nel bilancio delle amministrazioni comunali precedenti. La seconda bugia è che il piano di rientro sia a totale carico dello Stato, visto che ad esso concorre per 200 milioni all´anno il Comune, che ha imposto ai cittadini di Roma una maxi Irpef comunale dello 0,9 per cento. La terza bugia è che il piano di rientro stia funzionando. Ad oggi nessun Commissario è in carica, dopo la revoca di Oriani e la sentenza del Tar che ha annullato la nomina di Varazzani. Conseguenza: i 500 milioni della gestione straordinaria, compresi i 200 messi dal Comune via addizionale e diritti aeroportuali, stanno fermi e nessuno li può utilizzare, ed è toccato alla gestione ordinaria del bilancio comunale pagare 123 milioni di oneri finanziari in scadenza nello scorso gennaio. Insomma, mentre la gestione commissariale è bloccata, e con essa le risorse a sua disposizione, il bilancio ordinario del Comune deve farsi carico degli oneri sul debito e quindi selvaggiamente tagliare i servizi e aumentare tasse e tariffe. Un bel pasticcio non c´è che dire: non si capisce di cosa Alemanno possa menare vanto».
Diversi cittadini protestano pacificamente con un volantinaggio fermato dai carabinieri, che hanno identificato tutte le persone. Ecco così che Iole, 67 anni, venuta a chiedere l´attuazione della delibera per il piano di zona sulle opere di urbanizzazione di Monte Stallonara ha consegnato il suo documento d´identità come le maestre dei nidi, asili e infanzia comunali di Usb scese in piazza con dei flaconcini di bolle di sapone. «Siamo qui per protestare perchè siamo cittadini di Roma» hanno detto tutti insieme gli identificati mentre consegnavano i loro documenti.
Sit in lampo di Verdi, Radicali e Socialisti con uno striscione sul quale campeggia la scritta «Ale...mannammolo a casa». Al sit in hanno preso parte circa 25 persone tra cui il consigliere regionale Giuseppe Rossodivita (Radicali), Luciano Romanzi (Socialisti), il presidente nazionale di Verdi Angelo Bonelli e il presidente regionale, Nando Bonessio. Action ha invece organizzato un blitz con un fantoccio raffigurante Alemanno, a grandezza naturale, che chiude simbolicamente gli spazi culturali di Roma e getta le chiavi nel laghetto dell´Eur.
 

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