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Marco Causi

Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.

La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
 



04/02/2014 M.Causi
Il buono sconto per l´acquisto di libri di lettura da parte degli studenti
L´articolo 9 del decreto "Destinazione Italia" introduce un credito d´imposta per l´acquisto di libri, stanziando a questo fine 50 milioni. Intento lodevole, ma attuazione impossibile a causa dell´esiguità di risorse. I contribuenti Irpef italiani potenzialmente beneficiari dello sconto fiscale (al 19 per cento) sono 29 milioni. Quindi lo sconto fiscale massimo, se tutti ne volessero usufruire, sarebbe pari a 50 diviso 29 milioni: 1,27 euro. Impossibile, allora, gestire le potenziali perdite di gettito, contenendole all´interno dello stanziamento previsto. 
Dopo un´ampia discussione, il gruppo PD della Commissione Finanze della Camera, ha perciò deciso di proporre un emendamento, accolto dal Governo e approvato senza alcun voto contrario dall´intera Commissione, che modifica la misura da credito d´imposta a "buono sconto" destinato all´acquisto di libri di lettura (anche in formato digitale) presso librerie per gli studenti degli istituti secondari di secondo grado. Il "buono sconto" per ciascuno dei 2 milioni e settecentomila studenti dei licei e istituti superiori italiani sarà di circa 19 euro (50 milioni diviso 2.700.000) e varrà il 19 per cento, potendo così attivare una spesa per l´acquisto di libri del valore di circa 100 euro per ciascun soggetto e di 270 milioni nell´aggregato. Se le librerie vorranno, cercheranno di attrarre la spesa dei "buoni" offrendo sconti ulteriori, e facendo così aumentare il valore complessivo del venduto attivabile dalla misura. Per le librerie il "buono sconto" equivale a un credito fiscale, automaticamente deducibile dalle imposte. In fase di attuazione, chiederemo al Governo di regolare il rapporto fra librerie ed editori, in modo che il buono fiscale possa essere girato agli editori e da essi utilizzato ai fini IVA.
La proposta deriva da semplici considerazioni di buon senso: (a) un vero credito d´imposta per l´acquisto di libri avrebbe bisogno di ben altro livello di copertura finanziaria, meglio allora restringere la platea dei beneficiari per ottenere un effetto reale; (b) trasferire il "buono sconto" in credito fiscale per le librerie elimina la necessità di complicati e costosi adeguamenti organizzativi (ad esempio, dotare tutte le librerie di "scontrini parlanti", come le farmacie); (c) molte Regioni hanno sperimentato con successo misure simili di sostegno alla lettura, quindi è possibile che le (poche) risorse messe in campo dal Governo centrale possano sommarsi a risorse stanziate dai bilanci regionali e aumentare il volano finanziario dell´intervento; (d) nell´impostazione proposta, la misura non si limita a sostenere la domanda di lettura ma offre anche un aiuto all´offerta, soprattutto alla rete distributiva tradizionale delle librerie di prossimità.
L´augurio e la speranza sono che la misura possa essere effettivamente attuabile nei prossimi mesi: le risorse stanziate infatti derivano dai Programmi Operativi Nazionali dei Fondi Strutturali europei, e potranno essere effettivamente spese solo dopo l´accordo con l´Unione Europea. Qualche dubbio, poi, resta sulla possibilità di utilizzare questi fondi sull´intero territorio nazionale (e questo, sia detto per inciso, è un ulteriore motivo per abbandonare lo strumento del credito d´imposta proposto dal Governo). Occorrerebbe almeno aggiungere qualche stanziamento dal Fondo di Sviluppo e Coesione e da fondi di natura settoriale, così come è avvenuto, ad esempio, per il credito d´imposta per attività di ricerca e sviluppo contenuto nell´articolo 3 del decreto "Destinazione Italia".
 

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