La Commissione Finanze di
Montecitorio ha approvato, il 2 luglio, il testo di una legge che introduce una procedura per
regolarizzare i capitali detenuti da cittadini e imprese italiani all´estero,
senza anonimato e pagando quanto dovuto al fisco. Il progetto di legge
ripropone i contenuti di un decreto emanato dal governo Letta, ma non
convertito dal Parlamento, e li arricchisce sotto molti aspetti.
Da un lato, la regolarizzazione
spontanea permette di abbattere sanzioni e interessi, e riduce anche il rischio
di conseguenze penali per eventuali reati di tipo tributario; dall´altro lato,
è stato introdotto nel testo il nuovo reato di riciclaggio, che punisce anche
l´autoriciclaggio, e cioè il trasferimento o l´impiego di fondi derivanti da un
reato non colposo da parte di chi ha commesso il reato, e non solo − come oggi
prevede il codice penale − da parte di intermediari.
La via italiana all´emersione dei
capitali esportati punta così sulla carota degli sconti - chi riemerge entro il
15 settembre 2015 ha forti facilitazioni monetarie e non rischia di essere
imputato per riciclaggio - e sul bastone del nuovo reato - chi non dovesse
riemergere e decidesse invece di spostare i soldi dalla Svizzera, o dal
Lussemburgo o da San Marino, ovvero da altri paesi che si stanno adeguando ai
nuovi standard internazionali di trasparenza finanziaria, verso paradisi
fiscali che mantengono il segreto bancario, deve sapere che non rischia solo
per gli eventuali reati tributari che stanno all´origine dell´esportazione dei
capitali ma anche per il reato, ben più pesante, di riciclaggio.
Nella nota scaricabile in allegato si forniscono le
informazioni di contesto e l´analisi dei contenuti del testo approvato in
Commissione.
All´inizio del mese di agosto la Commissione Giustizia di Montecitorio, anche in seguito a una serie di audizioni, ha emanato il suo parere sulla proposta della Commissione Finanze, e ha proposto, per il nuovo reato di autoriciclaggio, un testo con alcune differenze rispetto a quello votato in Finanze. Mercoledì 24 settembre la Commissione Finanze è di nuovo convocata per chiudere la vicenda. A priori, è molto probabile che la Commissione Finanze integri il testo seguendo le indicazioni della Commissione Giustizia. Naturalmente, sarà anche importante ascoltare il parere del Governo, a cui sta a cuore - giustamente - il coordinamento fra questa norma e l´intero "pacchetto giustizia" in corso di elaborazione.